In quest’articolo parleremo di cos’è e come superare il burnout grazie a degli esercizi psicologici che troverai alla fine dell’articolo.
Quando devo descrivere la sindrome da burnout ai miei pazienti, spesso mi servo di una metafora.
“Tutti noi utilizziamo gli smartphone e sappiamo che a lungo andare, la batteria si deteriora. Giorno dopo giorno, dura sempre meno. Ci accorgiamo che il nostro telefono ha cominciato a scaricarsi più velocemente del solito, ma fingiamo di niente, e continuiamo ad utilizzarlo come se niente fosse. A lungo andare, il telefono non si carica più neanche se lo colleghiamo alla presa. La batteria è esausta; il telefono si è rotto. Questo è, grossomodo, il funzionamento della sindrome da burnout”.
Cos’è il burnout?
In termini psicologici, il burnout è una forma di esaurimento delle energie causato da un continuo stress psico-fisico in ambito lavorativo: cioè da un sovraccarico che conduce all’inevitabile punto di rottura.
A parere di Christina Maslach, nota psicologa statunitense, i sintomi principali del burnout sono i seguenti:
- Sensazione di esaurimento. Quando si raggiunge il burnout, ci si sente privati di tutte le energie e incapaci di far fronte alle normali sfide quotidiane. Nonostante il riposo, si ha l’impressione che non si riesca a recuperare l’energia e che ci si trovi in una perenne condizione di esaurimento delle forze. Il burnout implica dunque una forma di prosciugamento delle risorse personali.
- Alienazione dal lavoro. Gli individui in burnout tendono ad alienarsi emotivamente dal proprio lavoro. Tendono, cioè, a divenire scettici nei confronti del mestiere che svolgono e a dedicarci sempre meno tempo ed attenzione. A lungo andare, questa alienazione li conduce inevitabilmente ad impegnarsi meno, con una conseguente…
- Riduzione delle performance. In quanto forma di esaurimento, il burnout implica un peggioramento delle performance in ambito lavorativo. L’individuo in burnout, privo di energia e di motivazione, perde a poco a poco la facoltà di concentrarsi sui compiti che deve svolgere. Questo, può a sua volta portarlo a formulare giudizi negativi sulla propria persona. Il burnout implica dunque anche un calo dell’autostima.
Cause del burnout
Le cause del burnout possono essere molteplici e riguardare individui con professioni molto diverse tra loro (marketer, imprenditori digitali, avvocati, medici, autori…). Come cause fondamentali del burnout vengono generalmente indicate le seguenti:
- Eccessivo carico di lavoro.
- Frustrazione in ambito professionale.
- Clima lavorativo teso e stressante.
- Stress causato dal perseguimento di obiettivi troppo ambiziosi.
In generale, il burnout ha dunque a che fare con lo stress: uno stress cronico protratto nel tempo che a lungo andare conduce l’individuo ad un punto di rottura o di esaurimento.
Sintomi del burnout: conoscerli per superare il burnout
Il burnout si manifesta con sintomatologie sia fisiche che psicologiche. Le principali sintomatologie fisiche:
- Stanchezza cronica.
- Cefalee o dolori muscolari.
- Difficoltà a prendere sonno o insonnia.
- Carenza di appetito.
Le principali sintomatologie psicologiche invece sono:
- Irritabilità generale.
- Sensazione di fallimento.
- Calo dell’autostima.
- Sensazione di essere giunto ad un punto d’arrivo.
Burnout e Stress
Come è chiaro, tutti questi sintomi hanno a che fare con un sovraccarico di stress. In termini medici, lo stress potrebbe essere definito nella maniera che segue:
- Lo stress è una risposta fisiologica dell’organismo a situazioni percepite come eccessive rispetto alle energie che si hanno a disposizione.
In questo senso, lo stress non è una risorsa assolutamente negativa: si tratta, molto semplicemente, di una risposta dell’organismo a determinate sollecitazioni. Sono stressato quando sto per partecipare ad una gara: questo stress mi aiuta ad aumentare le mie prestazioni. Ero stressato quando all’università dovevo dare un esame: questo stress mi aiutava a dare il meglio di me.
Perché, allora, un carico eccessivo di stress può condurre al burnout? In realtà, la spiegazione è piuttosto semplice:
- Se la situazione che percepisco è divenuta eccessiva rispetto alle mie risorse, ma io continuo a cercare di gestirla, non riesco ad uscire neanche per un istante dal circolo dello stress.
A lungo andare, è come se l’organismo cominciasse a vivere in una condizione di perenne tensione: la tensione che prolungata nel tempo conduce all’esaurimento delle risorse (cioè, al burnout).
Così, in un certo senso, anche il burnout è una risposta fisiologica dell’organismo ad una situazione divenuta insopportabile. A volte, mi piace pensare a questo esaurimento delle energie come ad una sorta di campanello d’allarme: ci costringe a fermarci anche quando non lo vogliamo – ma ne abbiamo un profondo bisogno.
Il Digital Burnout
Sono molti i lavoratori che affermano di trovarsi – o di essersi trovati – almeno una volta in una situazione di burnout. Questa situazione di esaurimento riguarda tutte le categorie di lavoratori, ma, nella fattispecie, riguarda coloro che lavorano nel mondo del digitale.
Perché? Perché oltre al carico eccessivo di lavoro, queste persone sperimentano anche un affaticamento dovuto al passare troppo tempo davanti allo schermo del computer. Non solo: il lavoro nel digitale è un lavoro solitario che non di rado si svolge da casa. Dunque, un lavoro in cui gli orari dipendono quasi del tutto dalla volontà personale del soggetto in questione.
Questi sono alcuni degli elementi che contraddistinguono la nostra categoria di lavoratori:
- Passiamo moltissime ore davanti allo schermo, con tutta una serie di effetti negativi che discendono dall’uso delle nuove tecnologie.
- Passiamo molto tempo in solitudine, privati dei contatti sociali che di norma esistono all’interno degli uffici.
- Possiamo scegliere i nostri orari lavorativi: invece di scegliere orari più adatti alle nostre esigenze, troppo spesso finiamo per sottometterci a regole disumane.
Non è difficile, allora, comprendere perché il lavoro nel digitale sia allora una delle cause principali di burnout. Se aggiungiamo che questo tipo di lavoro dia spesso l’impressione di essere i capi di sé stessi, eccoci arrivare al sovraccarico di responsabilità e all’eccessiva richiesta di sforzo che contraddistingue molti di quelli che lavorano nel mondo digital.
Fasi del digital burnout
In generale, anche nel mondo digitale la discesa verso il burnout è spesso annunciata da alcuni elementi tipici. Si tratta di fasi che bene o male tutti attraversiamo prima di arrivare all’esaurimento:
- Fase della luna di miele. In questa fase, il lavoro nel digitale sembra andare particolarmente bene. Magari la nostra campagna sta avendo successo, e noi facciamo di tutto per farla andare ancora meglio. Passiamo quasi tutto il giorno connessi al computer, senza neanche renderci conto del sovraccarico di sforzo a cui stiamo continuamente sottoponendo il nostro organismo.
- Riconoscimento. Adesso, ci accorgiamo di sperimentare fin troppo spesso sensazioni negative dovuto all’eccessivo uso delle nuove tecnologie. Ciononostante, non ci arrendiamo e non facciamo un passo indietro. Secondo quanto ci è stato insegnato dai guru (il mito dell’eroe), infatti, l’unico modo per arrivare ai risultati è spingere sull’acceleratore anche quando ci sentiamo esausti e frustrati.
- Cronicizzazione. Le sensazioni di malessere, in questa fase, tendono a divenire croniche e costanti. Il carico di stress eccessivo ci porta a dormire male, a mangiare meno, e a sviluppare i classici sintomi del disturbo d’ansia.
- Crisi e burnout. Adesso, entriamo nella vera e propria fase di crisi. Probabilmente, il nostro fisico è stremato. La nostra mente, è già arrivata ad un punto di non-ritorno. Sperimentiamo crisi di panico e sensazioni di malessere più o meno persistenti. Nonostante i tentativi di uscire dalla crisi, siamo ormai diretti verso l’inevitabile burnout.
Prevenire o superare il burnout
Ecco perché è necessario, quando si lavora nel digitale, avere un occhio di riguardo nei confronti del proprio benessere emotivo, fisico e psicologico. Per farlo, bisogna anzitutto andare a lavorare su quegli elementi che abbiamo individuato come cause principali del burnout digitale:
- Il lavoro nel digitale è un tipo di lavoro flessibile, in cui gli orari dipendono quasi del tutto da noi. Nonostante ciò, è dimostrato che costruire una routine più o meno stabile possa aiutare a prevenire il burnout e i disturbi d’ansia.
Darsi una routine.
Quindi, primo consiglio: cerca di strutturare una routine secondo cui svolgere il lavoro. Strutturare una routine non significa lavorare 10 ore al giorno, ma impostare un tempo-limite in cui dedicarci alla nostra professione.
Allontanarsi dal computer.
Se il passare troppo tempo davanti allo schermo è dannoso, il secondo passo da compiere è quello di chiudere il portatile e di uscire a fare una passeggiata. So quanto l’impulso a tornare verso il laptop possa essere forte (“Devo solo controllare una cosa!”), ma questo impulso va contrastato e bloccato sul nascere. Se, ogni volta che sentirai la tentazione di farlo, non cederai, a lungo andare la tentazione si indebolirà fin quasi a scomparire.
Equilibra la tua vita professionale con la tua vita privata.
Ogni volta ci avviciniamo al burnout, è perché stiamo chiedendo troppo a noi stessi. Non si tratta di abbandonare la carriera per la famiglia, o di mettere da parte il lavoro per costruire una relazione, ma di bilanciare in modo sano gli ambiti della nostra vita in modo da costruire un equilibrio.
Se lavori tot ore al giorno, avendo costruito una solida routine, al termine del lavoro incontra il tuo partner e fai altro. Nel tempo che passi con la persona che ami, sforzati di pensare e di parlare di tutto ciò che non riguardi il tuo lavoro.
In questo modo, avrai modo di staccare veramente la spina e di non far ruotare tutta la tua vita attorno alla carriera professionale.
Qui sotto trovi un PDF gratuito con esercizi pratici per superare il burnout: