In questo articolo, parleremo di come bilanciare lavoro e vita privata.
Immagina di avere un bellissimo giardino, che curi con attenzione, dedizione, amore. Pianti i semi, li innaffi e li vedi crescere fino a diventare bellissime piante e coloratissimi, profumatissimi fiori. Ne sei ovviamente orgoglioso, perché sono il tuo lavoro e la tua dedizione ad aver reso il tuo giardino così meraviglioso.
Ora immagina di avere un lavoro a cui tieni molto. A differenza del giardino, però, il lavoro non smette mai di crescere. C’è sempre più lavoro da fare, più e-mail a cui rispondere, più riunioni a cui partecipare.
Inizialmente, c’è equilibrio: la mattina lavori, al tramonto innaffi le piante, poti i rami, raccogli le foglie secche. Ma ben presto, ti ritrovi a rispondere alle e-mail di lavoro mentre sei in giardino, e a controllare il telefono durante i pasti con la famiglia. Stai trascurando il tuo giardino, che comincia a soffrire.
Come tutte le cose, sia il tuo giardino, sia il tuo lavoro hanno bisogno di confini. Oppure inizieranno presto a marcire.
Così come non andresti mai a lavoro con delle forbici da giardinaggio, dovresti evitare che il tuo lavoro sconfini nel tuo giardino. Stabilendo dei confini chiari, sarai in grado di concentrarti sia sul lavoro che sulla vita privata con la stessa cura e attenzione. E proprio come il tuo giardino, sia la vita privata che quella professionale, fioriranno con la giusta cura e attenzione.
Cominciamo dai limiti.
Quando viviamo in un costante stato di ansia, o di stress, è probabile che stiamo dedicando troppe energie al nostro lavoro. Certo, non c’è niente di male nell’impegnarsi professionalmente, ma questo impegno non deve divenire un’ossessione pronta a fagocitare la nostra vita.
Se io lavoro 10 ore al giorno, e nel resto del tempo non faccio altro che pensare al lavoro che ho svolto, forse sto sbagliando qualcosa.
A lungo andare, il mio carico di stress diventerà troppo alto: ecco che comincerò ad avere attacchi di panico o che mi avvierò verso l’inesorabile burnout.
Bilanciare lavoro e vita privata: limitarsi.
Per evitare il burnout, e difendere il proprio benessere personale, è fondamentale essere capaci di porsi dei limiti.
Porsi dei limiti significa: ascoltare sé stessi, per comprendere quando è arrivato il momento di fermarsi. So che non è facile: quando le cose vanno bene, vogliamo continuare a lavorare per far sì che continuino ad andare bene; quando vanno male, vogliamo continuare a lavorare per riuscire a farle andare meglio.
A lungo andare, questo comportamento ci porta a trascurare tutti gli altri ambiti della nostra vita.
Per gestire lo stress del lavoro, dobbiamo quindi cominciare a lavorare anche sull’equilibrio. Per farlo, dobbiamo cercare di impostare una scala di valori che sia variegata e insieme coerente.
L’equilibrio è fondamentale nella vita privata e in quella lavorativa.
Limiti e scala dei valori.
Se il tuo valore è: “Essere un uomo di successo”, ben venga: non dimenticarti mai che il successo non riguarda mai solamente l’ambito professionale. Riguarda invece svariati ambiti della nostra esistenza: abbiamo delle passioni? Ci troviamo bene nella nostra relazione? Ci piace svegliarci la mattina o ci sembra che sia una condanna?
Quando il nostro lavoro diviene l’unico metro del nostro successo, probabilmente stiamo sbagliando qualcosa.
Tenta dunque di equilibrare la tua vita personale, prefissandoti diversi obiettivi in diversi ambiti di valore.
Così, ad esempio:
- Diventare un uomo di successo, in quanto valore, può farti prefissare i seguenti obiettivi:
- Avere una vita relazionale soddisfacente.
- Inseguire le mie passioni.
- Avere una buona carriera.
- Avere degli amici con cui stare in allegria.
Ogni volta che ti dedichi ad uno solo degli obiettivi, orientati dal valore, quello che stai facendo è sovraccaricarti di stress relativo ai risultati. Questo stress, a lungo andare, ti porterà inevitabilmente ad un abbassamento delle performance e forse anche al burnout.
A conti fatti, quando distribuisci coerentemente i tuoi obiettivi, hai molte più probabilità di riuscire a raggiungerli. Non solo: hai anche più probabilità di riuscire a gestire i fallimenti e i dolori che ne derivano.
La casa dell’equilibrio.
La metafora è semplice: se la tua casa ha solo una stanza, ti dedicherai solamente alla cura e alle gestione di quella stanza. Se arriva un terremoto, e la stanza viene distrutta, il dolore sarà enorme e impossibile da gestire.
Se invece la tua casa ha varie stanze, che gestisci utilizzando il tempo nel modo migliore, sarà più facile accettare il dolore che potrebbe derivare da un eventuale crollo.
Questo non riguarda solo l’ambito professionale, ma anche quello privato: anche nel mondo delle relazioni interpersonali è necessario controbilanciare il nostro coinvolgimento. Ovviamente, se ci sarà un terremoto, soffrirai comunque; ma avrai altre stanze a cui avrai dedicato il tuo tempo e la tua attenzione sempre pronte ad accoglierti.
Bilanciare lavoro e vita privata: l’esercizio dell’equilibrio.
Per cominciare a porti dei limiti, puoi provare a svolgere un semplice esercizio di scrittura:
- Prendi un foglio e scrivi, in ordine, tutti gli ambiti che reputi fondamentali nella tua esistenza.
Potrebbero ad esempio essere:
lavoro/ famiglia/ amici.
Per ognuno degli ambiti, proponiti degli obiettivi concreti e realizzabili nel breve periodo.
- Riuscire a organizzare una campagna pubblicitaria efficace per quel cliente.
- Passare più tempo con il mio partner, regalandoci qualche momento di gioia e di intimità.
- Andare a cena con i miei amici, raccontandoci delle nostre vite e rafforzando il nostro legame personale.
Ora, quando ti trovi ad essere travolto dal lavoro, ricordati sempre degli altri obiettivi: se ti senti esausto, non devi continuare ad insistere. Devi invece spostare il tuo impegno verso un altro ambito dell’esistenza: saltando muovendoti da un ambito all’altro, inseguendo obiettivi concreti, riuscirai a vivere meglio tutti gli aspetti della tua esistenza.
Potrebbe anche solo trattarsi di un esercizio teorico, ma spero sia sufficiente a sottolineare quanto sia necessario organizzare la propria vita su diversi piani. Il piano professionale è importante, certo, ma lo è anche quello relazionale. Così, è anche necessario non perdere di vista i propri hobby e le proprie passioni.
Hobby e vita privata.
Se ti piace camminare in montagna, invece di cercare sempre nuove informazioni sulla tua professione, utilizza il tuo giorno libero per andare a fare quel percorso che da tanto tempo pensi di voler fare.
Ritagliati dei momenti di intimità con il tuo partner: in quei momenti, sforzati di essere presente e di non pensare al tuo lavoro. Solo in questo modo, quando tornerai davanti al computer, sarai veramente attivo e capace di dare il meglio di te.
Dire di no.
Bisogna quindi imparare a dire di no, cioè imparare a porsi dei limiti nella vita professionale e in quella privata. L’affermazione:
“Domani mi connetterò alle cinque del mattino, anche se sono esausto, altrimenti resterò indietro”,
deve allora diventare:
“Sono davvero stanco. Dico di no a questa folle pretesa di essere sempre attivo 24h su 24: domani mi farò una bella dormita. Poi, quando sarò più riposato, tornerò a lavorare e a dare il meglio di me. In ogni caso, non potrei essere aggiornato su tutto e sapere tutto”.
Dire di no significa quindi:
- Dire di no a sé stessi, imparando a mettere prima di tutto la propria sanità mentale ed emotiva. Così: “Non dico mai di no perché ho paura di perdermi qualcosa. Devo imparare a dire di no ai miei stessi impulsi, accettando di non poter conoscere tutto”.
- Dire di no agli altri: quando le loro pretese potrebbero farci finire in burnout, mettendo prima noi stessi in quanto individui che noi stessi in quanto professionisti.
Solo imparando a dire di no, si può imparare a porsi dei limiti. Questi limiti, sono fondamentali per il nostro benessere psicologico, fisico ed emotivo.
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