In questo articolo parleremo di che cos’è e di come superare la FOMO (Fear Of Missing Out).

Che cos’è la FOMO?

FOMO è un acronimo piuttosto generico, che si riferisce a svariate situazioni. Essa indica generalmente la paura di perdersi qualcosa. Più nello specifico, la FOMO indica la paura di perdere situazioni gratificanti che altri potrebbero invece vivere (letteralmente, FOMO significa “paura di perdersi qualcosa”).

Il termine fu coniato da Patrick James Mcginnis, studioso e imprenditore americano.

La FOMO viene spesso sperimentata nella vita sociale:

La FOMO e i lavori digitali

La FOMO è molto frequente anche nel mondo dei lavori digitali.

È, in sostanza, una paura di perderci qualcosa, che ci porta a un forte stress emotivo (e spesso anche fisico) nel tentativo di ottenere ciò che desideriamo. Tutto nell’ottica della “prevenzione del rimorso”.

Per scacciare questo timore, siamo infatti disposti a dormire molto meno del necessario; a sacrificare le nostre relazioni in favore della vita lavorativa (o viceversa); a dire sempre di sì.

Gli effetti della FOMO possono essere quindi i seguenti:

La FOMO per un Marketer
La FOMO per un imprenditore digitale.

FOMO: perché si sperimenta?

Perché si sperimenta la FOMO?

Ci sono diverse ragioni per cui sperimentiamo la FOMO. Molto spesso, ha a che fare con il nostro accesso sfrenato all’informazione. Se ora aprissi un qualsiasi social media, vedresti – in ordine sparso:

In altre parole, ci sentiamo esclusi da un grande “segreto” che se conoscessimo, ci avvicinerebbe alla vita dei nostri sogni. O da una grande opportunità di divertimento. O da una cerchia sociale “esclusiva” – un po’ come quella dei ragazzi fighi al liceo.

Un’altra scintilla che accende la FOMO è infatti anche il nostro desiderio di connessione sociale e appartenenza. Gli esseri umani sono creature sociali e hanno un bisogno innato di sentirsi connessi agli altri. Vedere gli altri divertirsi e impegnarsi in attività senza di noi, può scatenare sentimenti di solitudine e FOMO.

La FOMO può anche essere causata dalle nostre insicurezze e dai nostri dubbi. Se manchiamo di fiducia in noi stessi e nelle nostre scelte, vedere gli altri apparentemente divertirsi più o avere più successo di noi può farci mettere in discussione le nostre decisioni e portare a sentimenti di FOMO.

Uscire dalla FOMO.

Uno dei modi di uscire dalla FOMO, è quello di lavorare sui nostri obiettivi e tenerli ben chiari. Avendo dei punti cardinali ben definiti, è più difficile perdersi.

Si tratta, come dicono alcuni, di sostituire l’esperienza della FOMO con quella della JOMO (Joy Of Missing Out).

Da FOMO a JOMO

Il termine JOMO si è iniziato a diffondere nel 2018, grazie a un articolo pubblicato dal New York Times.

Un Gran Maestro di JOMO

Abbiamo visto come la FOMO riguardi la paura di perdersi qualcosa. In generale, di perdere esperienze gratificanti che altri potrebbero invece vivere.

La FOMO ha dunque ha che fare, tra le altre cose, con l’idea di controllo e la possibilità di prevedere il futuro. Questi tentativi sono però destinati a fallire sul nascere: è impossibile conoscere tutto e vivere tutto (cioè non perdersi niente, sia nel mondo privato che in quello lavorativo). Oltretutto, quando ci ritroviamo nel dilemma tra il fare o il non fare, la FOMO ci spinge al fare. Eppure, spesso dimentichiamo che anche quando non facciamo, stiamo facendo una scelta. Non solo: non possiamo sapere a priori quale sarà il risultato della nostra scelta, e quale sarebbe più arricchente.

Facciamo un esempio: ci ritroviamo nella condizione di dover scegliere se partecipare ad un evento di networking. Siamo stanchi, l’evento è durante il weekend, ed è a 500km di distanza. Preferiremmo non andare, ma la FOMO ci inizia a far sentire ansiosi. Le domande che ci vengono in mente sono sempre le stesse: “E se mi dovessi perdere qualcosa?”, “Se dovessi rimanere indietro?”, “Se perdessi una grande occasione?”.

Una cosa da tenere ben presente, è che è vero che sembra più probabile che un evento di networking possa aiutarci nel lavoro rispetto allo stare a casa in panciolle, ma è altrettanto vero che allontanandoci da casa potremmo perderci altro. Chissà, magari in quel weekend potremmo incontrare al bar un vecchio amico che ha aperto un’azienda e vuole offrirci un contratto milionario. Oppure perderci i primi passi dei nostri figli. O chissà cos’altro.

La verità, è che non possiamo sapere con certezza cosa ci aspetta in futuro: né in un caso, né in un altro. E la rinuncia è inevitabile: agendo, rinuncio al non agire (che è esso stesso un agito, che potrebbe portarmi più vantaggi dell’agire).

Ora, una volta compresi questi elementi, abbiamo davanti a noi due scelte:

Eccoci pronti a definire la JOMO: invece di soffrire perché mi perdo qualcosa, cerco di gioire per questa inevitabile perdita. Cerco di accettare l’inevitabile, non rifiutando il dolore e la sofferenza, ma abbracciando le emozioni negative come parte integrante della mia vita.

“Non posso sapere tutto?”. Beh, non c’è niente di più normale.

“Perderò forse le ultime tecniche di negoziazione?”. Avrò passato una bella serata in compagnia delle persone che amo.

Si tratta allora di prendere consapevolezza del non poter avere tutto e di trasformare questa consapevolezza da fonte di dolore in fonte di gioia e di motivazione: 

“Dato che non ho tutto, e che non posso avere tutto, ho sempre un margine di miglioramento. Quindi ho qualcosa per cui continuare a vivere”. 

Tutto ciò, ricordandoci sempre dell’impossibilità di conoscere il futuro.

Dire di no per uscire dalla FOMO.

Bisogna imparare a dire di no, cioè imparare a porsi dei limiti nella vita professionale e in quella privata. Se io ho il terrore di non poter avere tutto, se cioè esperisco la FOMO, devo talvolta dire di no a me stesso e anche agli altri. L’affermazione:

“Domani partirò per quell’evento alle cinque del mattino, anche se sono esausto, se spenderò un sacco di soldi, altrimenti mi perderò delle grandi occasioni”, 

deve diventare: 

“Sono davvero stanco. Dico di no a questa folle pretesa di agire sempre nella paura di perdermi qualcosa: domani mi farò una bella dormita. Poi, quando sarò più riposato, tornerò a dare il meglio di me. In ogni caso, non posso fare tutto”.

Dire di no significa quindi: 

Imparare a dire di no è fondamentale anche in ambito professionale. Se svolgiamo ogni compito che ci chiedono, anche quando sentiamo di essere troppo stressati e vicini al burnout, è molto probabile che faremo un pessimo lavoro. Inoltre, appariremo vagamente disperati: non è forse più dignitoso dire di no, ogni tanto, per essere più appetibili professionalmente? 

Esercizi per Superare la FOMO

Qui sotto trovi un PDF con esercizi gratuiti per superare la FOMO:


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