In questo articolo, parleremo di come superare lo stress grazie a degli esercizi psicologici da svolgere quotidianamente.
Come curare lo stress
Definiamo lo stress.
Quando parlo di stress con i miei pazienti, la prima cosa che faccio è cercare di darne una semplice definizione. Per superare lo stress, infatti, il primo passo da compiere è quello della comprensione.
“Lo stress è una risposta fisiologica dell’organismo a situazioni che percepiamo come una difficoltà o come una sfida”.
Dobbiamo scalare una montagna; improvvisamente, sentiamo il corpo tendersi ed irrigidirsi; l’adrenalina sale alle stelle: quello che stiamo provando si chiama stress. In quanto tale, lo stress non è un fattore costitutivamente negativo. Si tratta semplicemente di una risposta fisica ed emotiva a delle situazioni di pericolo.
Eustress.
Quando dobbiamo affrontare un compito difficile, lo stress ci induce ad aumentare le nostre prestazioni e ad ottenere risultati migliori. Quando dobbiamo svolgere qualcosa di importante, ci sentiamo motivati a dare il meglio di noi.
Questo tipo di stress, in psicologia, viene generalmente definito eustress. Si tratta dello stress positivo che ci aiuta ad aumentare le nostre prestazioni.
Distress.
Non tutto lo stress è positivo: questo lo sanno bene tutti coloro che lavorano nel mondo del digitale.
Dobbiamo consegnare un lavoro, finire una presentazione; abbiamo poche ore, sono le undici e a mezzanotte la mail deve essere inviata. Il carico di stress ci impedisce di concentrarci e di lavorare come dovremmo. La paura di fallire ci pietrifica e ci porta dritti verso il fallimento.
In psicologia, questo tipo di stress viene definito:
- Distress: lo stress negativo che, a lungo andare, ci conduce al burnout e peggiora le nostre performance.
La differenza tra i due tipi di stress non è costitutiva, è semplicemente relazionale. Cioè: questa differenza dipende dalla modalità in cui ci rapportiamo allo stress che tutti, naturalmente, proviamo nell’arco della nostra vita.
Superare lo stress: dal distress all’eustress.
Per trasformare il distress in eustress, spesso, consiglio ai miei pazienti di svolgere un semplice esercizio:
“Prendi un foglio di carta e scrivici sopra tre situazioni stressanti che hai vissuto nella tua vita. Per ogni situazione, domandati se tu l’abbia vissuta come una minaccia o come una sfida. Subito dopo, scrivi come il tuo corpo reagiva alla situazione di stress. Adesso, sforzati di assumere questa consapevolezza: quella situazione di stress era un limite o un incentivo?”.
Quando hai ottenuto questa consapevolezza, ogni volta che vivi una situazione di stress, cerca di renderti conto di quello che stai provando: riesci a riconoscere i sintomi fisici dello stress? Se sì, accoglili senza tentare di evitarli o di respingerli.
Quello che non devi fare è:
- Evitare di pensarci: quando cerchiamo di distrarci, non facciamo altro che pensare ancora di più al nostro problema.
- Parlarne con familiari ed amici (socializzazione del problema): chiediti se, dopo averne parlato, la cosa ti fa stare meglio o se ti fa solo sentire ancora più incompreso.
- Investigare su internet cercando informazioni.
Quello che invece devi fare è:
- Ricordarti che lo stress può essere un alleato e non un nemico.
- Avere consapevolezza di ciò che il tuo corpo sta sperimentando.
- Tenere ben presenti gli effetti positivi dello stress.
- Scrivere quello che provi, prendendo consapevolezza di ciò che ti accade quando sei sotto stress.
Allora domanda a te stesso:
“Cosa succede se percepisco questo evento come una minaccia? E cosa succede se lo percepisco come una nuova, eccitante sfida?”.
La risposta corretta, probabilmente, è: “Se lo percepisco come una sfida, darò il meglio di me e aumenterò le mie prestazioni. Se lo percepisco come una minaccia, mi paralizzerò e non riuscirò a fare niente di buono”.
Superare lo stress: perché siamo stressati?
Le cose che non sono in nostro potere.
Molto spesso, lo stress in ambito lavorativo è causato dal fatto che non sappiamo distinguere tra le cose su cui abbiamo potere dalle cose che non possiamo controllare.
Possiamo lavorare nel migliore dei modi, eppure fallire. Il fallimento, in questo senso, non ci riguarda direttamente. Abbiamo pianificato tutto nel modo migliore, abbiamo tentato, abbiamo fallito: ci sono sempre delle variabili su cui non abbiamo potere.
Questo non è un divieto a sentirsi frustrati o semplicemente giù di morale: i sentimenti negativi sono una reazione normale e sana. Sono come dei campanelli d’allarme: possiamo fuggire o metterci in ascolto, cercando di trarne degli insegnamenti per il futuro. Così, sebbene dobbiamo accettare i fallimenti in quanto parte integrante della nostra vita, possiamo anche sforzarci per migliorare tutto ciò che è invece sotto il nostro controllo.
Le cose che sono in nostro potere.
Nell’ambito professionale, ad esempio, è fuori dal nostro controllo la certezza dei risultati.
Ma è nel nostro controllo cercare di:
- Conoscere meglio l’ambito in cui lavoriamo, informandoci e studiando ciò su cui pensiamo di non essere preparati (senza trasformare la voglia di conoscenza in ossessione).
- Colmare il divario tra le nostre pretese e le nostre risorse, modificando le pretese al fine di renderle più reali e concrete, mentre ottimizziamo le risorse.
- Osservare con attenzione la nostra situazione attuale, imparando ad apprezzare gli obiettivi che abbiamo già raggiunto e che troppo spesso dimentichiamo di considerare.
Superare lo stress con nuovi obiettivi.
Quando siamo molto stressati, probabilmente, abbiamo scambiato le cose che non sono in nostro potere con quelle che sono in nostro potere.
Se vuoi cominciare a trasformare il distress in eustress, prima di tutto, devi proporti obiettivi reali e concreti che possano essere raggiunti nella vita di tutti i giorni.
Mi spiego meglio:
- Se il tuo obiettivo è irreale, il tuo stress sarà sicuramente negativo, perché l’obiettivo sarà impossibile da raggiungere nonostante le tue prestazioni (distress).
- Se il tuo obiettivo è reale, lo sentirai come una sfida e avrai voglia di dare il meglio di te per raggiungerlo (eustress).
Per cominciare a superare lo stress, dobbiamo allora ripensare i nostri obiettivi e il nostro modo di vivere la vita di tutti i giorni.
Valore e obiettivo.
Per cambiare i nostri obiettivi, dobbiamo prima trasformare i nostri valori – quei valori che definiscono gli obiettivi concreti che cerchiamo di raggiungere nella vita di tutti i giorni.
Solo una volta definiti i valori, sarà possibile prefissare degli obiettivi concreti che non vadano a minare la nostra salute mentale.
Voglio farti un esempio.
Quando tu dici: “Voglio diventare un uomo di successo”, e poi aggiungi: “Soffro emotivamente perché non ci riesco”, quello che stai facendo è confondere un valore con un obiettivo: cioè una pretesa irreale con una pretesa concreta e realizzabile. Ma che differenza c’è tra un valore e un obiettivo?
Un valore è un metro ideale sulla cui base fare le nostre scelte e definire i nostri obiettivi. L’obiettivo, invece, è un risultato concreto raggiungibile nel breve o nel lungo periodo.
Quando scambi un valore per un obiettivo, non puoi che sentirti frustrato. Questo perché non ci sarà mai un momento definitivo in cui dirai: “Sì, ho raggiunto il successo”. Infatti, i valori non sono cose concrete che si possano effettivamente raggiungere. “Avere una carriera professionale soddisfacente”, come capirai, è un concetto altamente generico e vagamente ideale.
Definizione del valore.
Quello che devi fare, allora, è anzitutto definire il tuo valore in modo chiaro e preciso:
“Voglio avere un lavoro soddisfacente. Cioè un lavoro in cui mi senta bravo e in cui possa avere dei risultati. Tutto ciò, senza sacrificare i miei rapporti sociali”.
Adesso, passa alla definizione degli obiettivi orientati dal tuo valore ideale. Se il valore è qualcosa di ideale e immaginativo, gli obiettivi devono invece essere concreti e realizzabili. Ad esempio:
- Studiare tot ore al giorno per migliorare.
- Riuscire a ottenere un determinato risultato economico.
- E così via.
Ricorda sempre: un obiettivo eccessivo rispetto alla tua situazione non potrà che portarti un alto carico di stress nel lungo periodo.
Certo, nel voler avere una carriera lavorativa soddisfacente non c’è niente di male. Il fatto è che, troppo spesso, la soddisfazione viene scambiata per un perfetto successo. In verità, quando ci prefissiamo degli obiettivi, dobbiamo sempre ricordare due cose:
- Può accadere di non riuscire a raggiungere i propri obiettivi.
- La soddisfazione personale va di pari passo con il benessere emotivo e psicologico.
Se i miei obiettivi, orientati dal valore, mi fanno sempre sperimentare sofferenza emotiva, forse devo cambiare i miei obiettivi e addirittura andare a lavorare sulla mia concezione dei valori.